L’istituzione del “Ceppo dei poveri di Prato” secondo il testamento di Francesco di Marco Datini:

“Che la sua maggior casa e della sua abitagione nella terra di Prato, col giardino e casa dirimpetto, o vero loggie, stanze e ornamenti suoi s’intenda essere e sia uno certo Ceppo, Granario e Casa privata, e non sacra, in niuno modo sottoposta alla Chiesa o ecclesiastici ufici o prelati ecclesiastici o a altra persona ecclesiastica, e che in niuno modo a ciò si possa ridurre, ma sempre sia de’ poveri, e a perpetuo uso de’ poveri di Giesù Cristo, e loro alimento et emolumento perpetuo”.